La dimensione percepita della mano influenza l'afferramento

È noto che la visione del corpo influenzi la percezione somatosensoriale (ad esempio la discriminazione propriocettiva o tattile). Tuttavia, non è noto se le informazioni visive relative alla dimensione del proprio corpo siano in grado di influenzare l'azione corporea. La ricerca, pubblicata sulla rivista Experimental Brain Research, riguarda la costruzione di quello che si definisce comunemente schema corporeo, cioè quella rappresentazione del corpo nel cervello, indispensabile per la vita quotidiana.

La costruzione di questo schema si basa sicuramente sulla sensazione tattile e sul senso di posizione, ma anche sulle afferenze visive. Questo aspetto è stato indagato misurando il parametro di apertura massima di presa mentre otto soggetti vedevano l’immagine della loro mano (a dimensione reale, ingrandita o rimpicciolita) afferrare un cilindro. Nella condizione di visione ingrandita, l’apertura massima di presa è diminuita rispetto alla dimensione reale, come se il movimento di afferramento fosse davvero eseguito con una mano fisicamente più grande, richiedendo quindi una apertura più piccola per afferrare il cilindro.



È interessante notare che l’apertura massima di presa è rimasta più piccola, anche dopo che il feedback visivo è stato rimosso. Per contro, nessun effetto è stato osservato per la condizione di visione rimpicciolita. Questa asimmetria può riflettere il fatto che l'ingrandimento di parti del corpo è esperito più frequentemente del rimpicciolimento, in particolare durante il normale sviluppo. In conclusione, la visione del corpo può influire in modo significativo e persistente sullo schema corporeo, utilizzato per la programmazione motoria.

“La ricerca mette in luce”, spiega Angelo Maravita, capo dei ricercatori del Dipartimento di Psicologia dell'Università degli Studi di Milano-Bicocca, “che la coscienza del nostro corpo e la capacità di muoverci dipende in modo critico dalla capacità del cervello di integrare le varie modalità sensoriali tra di loro. In particolare la visione della propria mano ingrandita attraverso un sistema di elaborazione video, modifica in modo sensibile la capacità di programmare un movimento”.
“Il metodo utilizzato per condurre questa ricerca”, sottolineano i ricercatori, “può essere utilizzato, una volta definito un adeguato protocollo medico, nella riabilitazione motoria e sensoriale delle persone colpite da ictus cerebrale”. In particolare, la visione ingrandita del corpo potrebbe essere utilizzata come un efficace esercizio di modulazione propriocettiva durante la programmazione di movimenti.

Fonte
Comunicato Stampa UNIMIB

Riferimenti

  • Marino BFM, Stucchi N, Nava E, Haggard P, Maravita A (2010) Distorting the visual size of the hand affects hand pre-shaping during grasping, Exp Brain Res, (202):499-505 Scarica il pdf