Eye-tracking e autismo

Un’innovativa ricerca alla Georgia Tech University di Atlanta (USA) potrebbe spianare la strada per la diagnosi precoce di autismo. I ricercatori stanno utilizzando speciali occhiali da eye-tracking per misurare nei bambini il livello di contatto oculare, la mancanza del quale è spesso un segno rivelatore di autismo. Questi occhiali sono ora in fase di sperimentazione presso la Georgia Tech. La speranza è che un giorno, possano evidenziare segni precoce di allarme che potrebbero aiutare a determinare se qualcuno ha un ritardo dello sviluppo, come l'autismo.

“Purtroppo negli Stati Uniti, l'età media della diagnosi è tra i 4 e i 5 anni, per cui vi è la necessità di anticiparla in modo che l'intervento precoce possa avere un impatto maggiore”, ha detto il professor Gregory Abowd.

I ricercatori sperano di arrivare ad una diagnosi precoce e pertanto ad un intervento precoce. Per realizzare questo obiettivo, Abowd e il suo team, al laboratorio di studio del bambino della Georgia Tech, hanno trascorso l'ultimo anno e mezzo a reclutare famiglie con i bambini tra 1 e 2½ anni per la ricerca. I ricercatori utilizzano un software per l’analisi del viso, in combinazione con occhiali per eye-tracking. "Questi occhiali dicono dove sto guardando, ma in aggiunta hanno un videocamera che sta inquadrando e registrando in modo efficace ciò che vedo", ha detto Abowd, illustrando il software.

Anche se i genitori possono non essere in grado di identificare il problema, i clinici possono trarre alcune conclusioni dopo ore di osservazione dei video.

“La cosa bella di un computer è che non si stanca. Non è di cattivo umore e non ha mai dormito male. Quindi penso che, per la tecnologia, ci sia il potenziale di dare davvero un apporto di coerenza e di affidabilità che a volte viene meno quando si usano gli esseri umani come osservatori”, ha detto la ricercatrice Agata Rozaga.

Un altro strumento utilizzato è una coppia di sensori che possono essere indossati attorno ai polsi e alle caviglie di un bambino. Essi raccolgono la temperatura, i movimenti della mano e il livello di attivazione dell'individuo, sulla base della conduttanza della pelle. Il team utilizza questi criteri per identificare il comportamento aggressivo o dirompente, il che aiuta a determinare se i trattamenti rivolti a certi comportamenti stanno funzionando.

I ricercatori hanno detto di sperare che questa tecnologia finirà per essere utilizzata presso gli studi dei pediatri e nelle case, ma vogliono sottolineare che il contatto visivo è solo uno dei marcatori per l'autismo.

Il professor Gregory Abowd della Georgia Tech e il suo team stanno testando gli occhiali da eye-tracking per la ricerca sulla diagnosi di autismo.





Riferimenti
Ye Z., Li Y., Fathi A., Han Y., Rozga A., Abowd G.D., Rehg J.M. (2012, September). Detecting eye contact using wearable eye-tracking glasses. In Proceedings of the 2012 ACM conference on ubiquitous computing (pp. 699-704). ACM. Scarica il pdf